“Quattro gambe buono, due gambe cattivo.”

“La fattoria degli animali”

“La fattoria degli animali”

“Quattro gambe buono, due gambe cattivo.”

Così cantano le pecore dopo la Rivoluzione. Finalmente gli animali sono padroni della fattoria e nessun uomo li comanda.

Sono due maiali, Napoleone e Palladineve, a prendersi l’incarico di guidare gli altri. Presto però la concordia dei primi giorni cede il passo alla sete di potere di Napoleone e dei suoi alleati, con piccoli cambiamenti che cancellano il senso della Rivoluzione.

Fino a quando maiali e uomini saranno del tutto indistinguibili…

Mariapaola Pesce e Marcello Carriero portano un classico immenso e fortemente contemporaneo, ad un pubblico di lettori più giovani. Qualche anno fa, leggendo l’originale di Orwell, ho avuto da subito la necessità di poterlo raccontare ai miei figli, gli animali come protagonisti e la trama così coinvolgente, mette subito a disposizione per un tramandare oralmente come una favola, una fiaba.

Trovare un albo, dove un’ottima sintesi del romanzo e le illustrazioni in bianco e nero segnano le vicende dei protagonisti, è stato il massimo. Già, perché “La fattoria degli animali”, romanzo satirico pubblicato da George Orwell nel 1945, resta uno dei più celebri e riusciti testi di denuncia dei totalitarismi del XX secolo. Nato come un’allegoria della rivoluzione bolscevica e dei suoi effetti in Russia, grazie al suo amaro messaggio universale sulla “fame di potere” dell’uomo, riesce ad appassionare ancora oggi milioni di lettori in tutto il mondo.

Orwell infatti vuole mettere in evidenza il fatto che l’uomo, dopo essersi ribellato, finisce, a causa della fame di potere, per diventare esattamente come la persona contro cui ha lottato, imponendo il regime dittatoriale.

I lettori si legano alla storia, vivendo gli attimi cruciali, i caratteri differenti di Palladineve e Napoleone, la fine ingiusta designata per il cavallo Boxer, il finale che associa gli uomini ai maiali e viceversa.

Un capolavoro che giustamente si rende fruibile già per i lettori pronti a leggere in autonomia, un classico super moderno che fa riflettere sulla nostra vita, nel contesto in cui ci muoviamo, la postfazione di Davide Calì, approfondisce e promuove delle domande, in un sistema democratico, le informazioni che i massmedia ci trasmettono, confermano e smentiscono notizie, creando grigiore e poca chiarezza, come per le leggi affisse dagli animali e poi cambiate a vantaggio di pochi.

Quindi non vi resta che leggere, Orwell era probabilmente un visionario, ci sta incoraggiando a pensare con la nostra testa a distanza di svariati anni.

Pietro Rondinone

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