Non è solo un racconto di amicizia e di fedeltà ma è il racconto di una certezza: non tutto è ciò che sembra, anzi, non lo è quasi mai.

“Un cane per Mimma”

“Un cane per Mimma”

E chi lo ha detto che la compagnia e l’affetto devono essere necessariamente dei sentimenti standard? Chi ha deciso che la compagnia per Mimma deve essere necessariamente un cagnolino?Mimma, è vero, vuole un cane, grande, grosso, piccolo, peloso, buono o feroce. Non importa quale, ma vuole un cane. Un giorno, tornando a casa, trova una piccola palla di pelo e la porta con sé, chiamandola Bruno. Da quel momento l’amicizia è fortissima, il legame che li unisce è quanto di più autentico possa esistere.

Bruno è un cane un po’ speciale e non a tutti piace. La verità è che Bruno è un orso! Come, infatti, in molte storie accade, questo sogno e questo rapporto fatto di giochi e di serenità, diventa ben presto un incubo: la dura realtà, la convinzione di tutti che Bruno sia cattivo e feroce, l’incredulità dinanzi alle parole di Mimma che rassicura la gente sulla bontà e la mansuetudine di Bruno. Ma tutto ciò non serve a molto. L’incubo della separazione e del distacco incombono. Chissà cosa farà Mimma per porre fine a questa tristezza e al vuoto lasciato da Bruno?!?

È un albo coloratissimo, che ha guadagnato il XII Premio Internazionale Compostela per Albi Illustrati, carico di immagini che sembrano ricalcare gli stili pittorici più belli e all’avanguardia degli ultimi due secoli della nostra storia dell’arte. I colori e le forme indubbiamente fanno da catalizzatori di attenzione e arricchiscono i testi semplici e immediati che raccontano la storia.Non è solo un racconto di amicizia e di fedeltà ma è il racconto di una certezza: non tutto è ciò che sembra, anzi, non lo è quasi mai. Bruno, nonostante le apparenze, non è cattivo e feroce. Bruno è semplicemente l’amico fidato di Mimma, non importa quale animale esso sia, non importa se sia alto, grasso, piccolo, magro, se sia, insomma, “diverso” dal solito, inusuale, inconsueto. E a Mimma, effettivamente, non importa poi molto.

Il distacco diventa, poi, alla fine dell’albo, la molla che fa scattare il riscatto.Un racconto, questo, che, dietro la semplicità della storia e di un incontro, vuole insegnarci a non dare etichette a tutto ciò che si guarda, se prima non lo si è sperimentato e conosciuto realmente. Un insegnamento e un incoraggiamento a non precipitarsi nel dare giudizi e contemporaneamente, a non dare peso al giudizio altrui che, spesso, può ferire. Un messaggio di grande attualità e profondità che, al tempo stesso, aiuta ad affrontare il mondo.

Mariangela Tantone

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