“Indestructibles”
È proprio vero che i bambini leggono a modo loro, il che, spesso, vuol dire anche vederli addentare felicemente delle belle pagine colorate. Così, lettori onnivori in erba esplorano per la prima volta il mondo della carta.
Ideati da Amy Pixton, una mamma di tre gemelli con la necessità reale di dare ai suoi figli qualcosa che potessero maneggiare in sicurezza, gli Indestructibles, sono dei piccoli libri che rispondo appieno alle necessità di un genitore preoccupato, senza tralasciare le indicazioni sui libri per la prima infanzia.
Colorati, con illustrazioni semplici e chiare, temi adatti ai più piccoli con le prime parole per associare le immagini ai nomi degli oggetti della quotidianità, gli Indestructibles sono fatti con materiale atossico, lavabile e a prova, persino, dei rosicchiatori più incalliti. Non a caso il loro motto è “Books babies can really sink their gums into!”(ndt. Libri in cui affondare le loro gengive!)
Le pagine sono più sottili delle solite pagine cartonate a cui siamo abituati, ma i bambini riescono a manipolarle senza problemi. Dal primo nucleo iniziale, la collana degli Indestructible si è ampliata nel corso degli anni avvalendosi di vari illustratori dal tratto ben diverso tra loro, ma di buona qualità. Chi ama i colori forti si divertirà con i disegni di Kate Merritt e la sua serie dedicata alle espressioni o alle attività di ogni giorno come ‘Baby Faces’, ‘Baby Babbles’ o ‘Baby night-night’ dedicata alla routine della nanna.
L’altrettanto colorato Stephan Lomp accompagnerà i piccoli alla scoperta di dolci cuccioli o dei mezzi di trasporto e, per chi ama i silent book, Kaaren Pixton ha realizzato una serie di disegni che ricordano Eric Carle e si prestano alla invenzione di storie sempre diverse (Mama and Baby!, Flutter!Fly!, Creep!Crawl!).
Piccoli nel formato e nel costo, sebbene siano importati dall’estero, gli Indestructibles possono essere una valida alternativa ai soliti cartonati, soprattutto fuori di casa: sarebbe possibile portarsi dietro una piccola biblioteca davvero in poco spazio. L’unica pecca, se così vogliamo definirla, è la mancanza di una traduzione italiana, ma, essendo molto semplici e intuitivi, possono essere un valido strumento di approccio alla lingua inglese sin dalla tenera età.
Sara Sarcuni