Alice Barberini in un silent book dal forte sapore british. Perdersi e ritrovarsi in una Londra unica e inconfondibile. Edito da Orecchio Acerbo.

“In the tube”

“In the tube”

Un tributo a Londra, un omaggio ai grandi della musica inglese (The Cure, The Clash, The Who) un excursus attraverso sensazioni e stati d’animo che caratterizzano l’uomo, un inno al bene e alla capacità di ritrovarsi, una fotografia delle tante culture, tradizioni ed etnie, ma anche delle problematiche che possono coesistere in una grande metropoli. È possibile che tutto ciò stia insieme in un unico albo illustrato?Assolutamente sì! E ce lo dimostra Alice Barberini che si presenta in una veste insolita, in un silent che si annuncia a colori sin dalle prime pagine. È un gatto ad aprire la narrazione, guardandoci negli occhi, con la coda che resta a metà tra una porta e l’altra, semi aperta, quasi ad invitarci a seguirlo. Ma è l’ora di andare, non c’è tempo per continuare a litigare: questo sembra dire l’orologio a cucù ai due fratelli, protagonisti della storia.

Campeggia un post-it, tra i vari promemoria, probabilmente lasciato lì dalla mamma, con l’invito a tenersi per mano. Da questo momento in poi, l’albo è tutto un inseguirsi e cercarsi perché fratello e sorella si perdono nella metropolitana. Si ritroveranno? Riusciranno a tenere di nuovo fede al patto di tenersi per mano? Non sveliamo la sorpresa poiché ci piace pensare che anche a voi verrà voglia di gustare queste pagine, di sfogliarle, compiendo un viaggio attraverso Londra.Quella insegna “no entry”, che compare in alcune pagine, quasi invita a soffermarsi lì, per un attimo. Non si entra, non si passa! È una negazione che anche noi, delle volte, ci imponiamo o da cui ci facciamo impressionare, forse quando cerchiamo qualcuno, qualcosa, una soluzione o una strada possibile.

Le immagini, come sempre bellissime, non lasciano il tempo di annoiarsi: segnano l’azione, ora con un ritmo più concitato, ora con un ritmo più blando, ma senza che il lettore possa staccare gli occhi dalle scene che via via si delineano.

Interessantissimo l’omaggio a Londra che si inchina dinanzi ai suoi mostri sacri del pop e del rock, da Elton John ai Queen, da David Bowie ai Beatles, icone assolute. E poi ci sono un chitarrista, un punk, una donna musulmana, i turisti e tantissimi altri personaggi che occorre trovare, anche rileggendo più volte l’albo, scrutando tra le pagine.Pagine che sono il simbolo di un viaggio, sospeso tra lo smarrimento e la felicità del ritrovarsi, in un turbinio di emozioni e di sensazioni che sono un po’ di tutti e che fanno capolino ogni volta che ci si perde e ci si rincorre o, se non altro, si tenta di ritrovarsi.

Mariangela Tantone

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